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Industria Tessile

Museo Virtuale
Storia dell' Industria Tessile nello Specchio delle Carte Valori d'Epoca

Su queste pagine Le proponiamo alcuni documenti di particolare interesse storico ed artistico difficilmente reperibili, molti dei quali appartenenti a collezioni private. Si consiglia, tuttavia, di prendere contatto con noi in caso di specifico interesse.



Cotonificio Nazionale
Cotonificio Nazionale
Titolo al portatore di 5 azioni da 100 Lire ciascuna. Napoli 21 luglio 1911. 33x22 cm. Figura femminile simbolica regge un fuso nell’atto di filare; scorci del golfo napoletano con il Vesuvio fumante e della Lanterna di Genova, ispirati alle vicende della società. Fu costituita, infatti, nel 1905 come S.A. Ligure Napoletana di Filatura e Tessitura; nel 1906 il capitale iniziale di Lire 5.000.000 venne aumentato a Lire 7.500.000. Con l’assorbimento del Cotonificio Ligure Lombardo nel 1910, la ragione sociale mutò in Cotonificio Nazionale. In seguito alla perdita subita nel 1912 di Lire 6.354.000, la società fu posta in liquidazione e lo stabilimento di Napoli fu ceduto alla Società Manifatture Cotoniere Roberto Wenner
e C.

Meda & Winterbottom
Meda & Winterbottom
Certificato al portatore di 10 azioni da 100 Lire ciascuna, c.s. Monza, all’epoca in provincia di Milano, 1912. Testo in italiano, a tergo in inglese. In alto medaglione con il marchio di fabbrica - rappresentato da un bisonte scalpitante - dell’azienda creata a Monza nel 1910 e specializzata in innovativi tessuti di cotone, in tele per legatoria e tintoria e in tappezzeria in dermoide o similcuoio.

Società Anonima Manifattura Trezzi
Società Anonima Manifattura Trezzi
Azione di fondazione al portatore da 250 Lire. Milano luglio 1907. Sinuosi fregi impreziosiscono la cornice in cui si insinuano lo scorcio dell’opificio tessile in alto e i logotipi ai due lati. Timbri relativi alla vita sociale. La manifattura fu fondata nel 1907 da Pompeo Trezzi, già proprietario di altri opifici in Brianza, con sede a Milano e stabilimento a Erba Incino, in zona Malpensata. Rappresentò il complesso industriale più importante di tutto il mandamento erbese con i suoi 700 operai – riuniti in lega tessile bianca (cattolica) e rossa (socialista) - e una ventina tra impiegati e dirigenti. La sua produzione era assai varia - dai tessuti di lana per cappotti e giacche da uomo e da donna a quelli di flanella e di jacquard - e completa - dalla preparazione della materia grezza alla più elaborata rifinitura del tessuto, grazie a moderni macchinari. Annessi all’opificio vi erano un convitto per le operaie, una mensa, una biblioteca, uno spaccio di generi alimentari ed altre opere di assistenza. Anche dopo la seconda guerra mondiale continuò l’attività con ottimi risultati, ma negli anni Sessanta del Novecento iniziò ad avere le prime difficoltà a causa della crisi manifatturiera italiana e, nel giro di pochi anni, fu costretta a chiudere definitivamente.

Società per la Cardatura e la Filatura
Società per la Cardatura e la Filatura dei Cascami di Seta in Jesi
Titolo di fondazione al portatore di 5 azioni da 250 Lire ciascuna, terza serie. Bologna 1 maggio 1875. 16x29 cm. Non quotato**. In alto vignetta simbolica ispirata alla filatura, al commercio e all’industria; stemmi civici di Jesi e di Bologna. In basso timbro a secco della compagnia tessile con un bombice del gelso. In alto timbro ovale a inchiostro per la riduzione del valore nominale di ogni azione a Lire 150. La società fu fondata dalla Banca Industriale e Commerciale di Bologna nel 1874 per impiantare e gestire il cascamificio di Jesi AN, il secondo per grandezza in Italia. Lo stabilimento incontrò inizialmente vari ostacoli causati per esempio dalla guerra doganale con la Francia, che bloccò ben presto il qualificato e sostanzioso mercato di Lione. La sua chiusura sembrava ormai certa quando, nel 1884, fu acquistato dall’ingegnere pavese Giuseppe Bonacossa (1841-1908) e nipoti che, ristrutturando gli impianti e riorganizzando le lavorazioni, lo fecero diventare leader europeo del settore serico nell’ultimo decennio del XIX secolo. Nell’opificio jesino si producevano filati impiegati per la maglieria, l’abbigliamento e l’arredamento che, concorrenziali e molto richiesti, si rivolgevano per lo più al mercato italiano di fascia esigente e raffinata. Dal 1888 il cascamificio di Jesi, insieme a quello di Novara e di Zugliano VI, entrò a far parte della Società Anonima Filatura Cascami Seta di Milano. Nel 1891 l’opificio impiegava 102 uomini e 530 donne. Tuttavia la crisi serica degli anni Trenta del Novecento si fece sentire anche a Jesi per cui i dipendenti diminuirono drasticamente. Lo stabilimento fu poi gravemente danneggiato durante il secondo conflitto mondiale. Nel 1987 fu rilevato dal gruppo Botto Giuseppe e Figli fino alla sua chiusura definitiva, avvenuta nel 2002.

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